Il Territorio

L'azienda agricola Vie del Sale opera nel comune di Civezza in provincia di Imperia, una piccola comunità collinare, di origini medievali, con un'economia basata essenzialmente sull'agricoltura. I civezzini, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione vive in case sparse. Noi facciamo parte di queste "case sparse".
Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche che raggiungono i 405 metri di quota. L'abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica è raccolto sulla sommità di uno sperone, che domina il fondovalle a circa 4 km dalla costa.
Il toponimo, che deriva probabilmente dal nome latino di persona CIVICIUS, in documenti della prima metà del XIII secolo compare nella forma Civetie ed è riferito al torrente che segnava il confine tra il territorio di Santo Stefano al Mare e quello di Imperia.
Secondo una tradizione, che però non trova alcuna conferma scritta, sarebbe stata fondata da profughi veneziani, nel corso del 1100. Possedimento dei marchesi di Clavesana, nel Duecento fu da questi venduta a Genova. Seguendo le vicende delle località circostanti, nella seconda metà del XVI secolo venne invasa dai pirati capeggiati dall'algerino Dragut, che la saccheggiarono e incendiarono. Dopo il declino della repubblica marinara di Genova fu sottoposta alla dominazione napoleonica, seguita dall'annessione al regno di Sardegna, disposta, per gran parte della regione, dal congresso di Vienna. Unita a San Lorenzo al Mare, sul finire degli anni Venti, recuperò l'autonomia amministrativa nel 1946. Il monumento più importante è costituito dalla chiesa parrocchiale di San Marco, costruita nella seconda metà del XVIII secolo: in stile barocco, contiene pregevoli altari marmorei e una statua della Madonna, del Cinquecento.


Vie del Sale Vie del Sale Vie del Sale

Il territorio sia da un punto di vista orografico che agricolo è un'eredità importante che risale all'anno 1000 D.C., quando i monaci Benedettini si stabilirono nel territorio di Taggia dove costituirono un'importante comunità con sede nell'Abbazia ancora oggi presente sul territorio. La loro determinazione e la loro esperienza riuscì nei secoli a trasmettere ai contadini locali la convinzione che modificando il territorio impervio e inospitale si sarebbe potuto avere un grande vantaggio dal punto di vista agricolo.

Per secoli con fatica e sacrifici indescrivibili per una popolazione molto povera, vennero letteralmente spianati interi versanti di montagna strappando rocce alla montagna e costruendo decine di chilometri di muretti a secco. Solo con la forza delle braccia e dei mezzi disponibili del tempo, ottennero piccole strisce pianeggianti di terreno coltivabile.

Oggi, a distanza di secoli queste strisce (meglio conosciute come "fascie" o "terrazze"), continuano ad essere i territori coltivati ad uliveto che ci permettono di ottenere quel grande prodotto che è l'Olio Extravergine di Oliva Taggiasco.

L'introduzione di questa particolare "cultivar" (la taggiasca) è da attribuire proprio ai Monaci Benedettini. A tutt'oggi non è ancora chiaro che tipo di pianta sia e da dove esattamente arrivi. Molti sostengono che sia un olivo originario della Palestina incrociato con un "olivastro" africano. Le abilità agronomiche dei Monaci sono note da tempo, ma la particolarità interessante è che il successo della diffusione dell'olivo taggiasco nel nostro territorio (che coinvolge quasi tutto il ponente ligure) sembra sia stata casuale o "divina". Le piante selezionate da questi grandi esperti in botanica, il territorio particolarmente calacareo e il clima mediterraneo sono i fattori che unendosi in un'armonia unica, hanno creato un ecosistema irriproducibile in altre zone mediterranee.

Oltre alla bellezza del paesaggio, che ricorda gradinate di pietra come giardini pensili, queste antiche infrastrutture realizzate dai nostri avi rappresentano ancora oggi il più efficace baluardo all'erosione e rappresentano un esempio eccezionale di conservazione e di protezione idrogeologica dei versanti collinari e montani della Liguria del ponente.

Il lavoro dei contadini di questa zona, nelle tabelle delle tipologie agronomiche relative alla coltivazione dell'olivo, è considerata "coltivazione eroica". Infatti, la morfologia del territorio non permette l'utilizzo di macchinari pesanti e quindi tutta l'attività agricola è rigorosamente fatta a mano.

E' questa la ragione che sta alla base di un prodotto di eccellenza anche culturale e che giustifica un costo sensibilmente maggiore di altri oli di oliva.